Le gravi contraddizioni del partito che fu del leader teramano: la parlamentare è fuori per le condanne per disobbedienza civile a favore della cannabis legale. “Allora pure Marco oggi sarebbe escluso dagli organi decisionali per le sue epiche battaglie civili…”
TERAMO – I tempi cambiano, soprattutto nella politica. E se è vero che si modifica l’ideologia, tanto che non si distingue più a momenti la destra dalla sinistra, anche chi ha fatto di alcune battaglie sociali il proprio credo, vessillo e obiettivo, vede oggi una ‘marcia indietro’ che sa di ragionata pianificazione. Accade tra i Radicali, al cui leader indiscusso Teramo ha dato i natali, Marco Pannella, che pensiamo adesso si stia ‘rivoltando nella tomba’ come si dice da queste parti. Perchè? I vertici del partito paradossalmente sarebbero sul punto di ‘espellere’ Pannella dalla Fondazione che porta il suo nome, se è vero che si sono già espressi nei confronti di un’altra icona che risponde al nome di Rita Bernardini.
La parlamentare radicale, presidente di ‘Nessuno Tocchi Caino’, si è dimessa dalla Lista Pannella dopo che gli organi direttivi della Fondazione Pannella l’hanno espulsa per ‘disonorabilità’. Sì a causa, dicono, delle condanne riportate per le iniziative di disobbedienza civile finalizzate alla legalizzazione della cannabis. A renderlo noto è l’avvocato Vincenzo Di Nanna, che ricorda come i Radicali stessi abbiano addotto le stesse motivazioni, strumentali, con cui la Regione Abruzzo respinse la candidatura della Bernardini a Garante dei detenuti, rimediando però una sonora bocciatura dal Tar che la riammise dopo il ricorso curato proprio da Di Nanna con i colleghi Giuseppe Rossodivita e Paolo Mazzotta.
Adesso il Segretario teramano dell’associazione Amnistia Giustizia e Libertà Abruzzi si chiede se “la Fondazione Marco Pannella è pronta ad espellere anche… Marco Pannella?. Il paradosso – scrive infatti l’avvocato Vincenzo Di Nanna – è che oggi Marco Pannella non potrebbe sedere nel direttivo della fondazione che porta il suo nome: se infatti i requisiti di onorabilità del socio, stando a quanto ha documentato Rita Bernardini, vengono meno a causa delle suddette condanne in ossequio a meri quanto non vincolanti ‘indirizzi’ indicati dalla Prefettura, anche lui sarebbe escluso dagli organi decisionali con la medesima motivazione, come ha sottolineato la stessa Bernardini. Invitiamo il presidente Maurizio Turco a chiarire questa imbarazzante vicenda che rischia di gettare un’ombra sulla serietà e l’affidabilità di tutto il Partito Radicale, del quale è attualmente segretario – conclude Di Nanna -“.